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La coltivazione del vivaio, per la produzione delle barbatelle americane innestate, è una delle più belle e attraenti: essa innamora e seduce.
In poco più di 4 mesi, essa svolge sotto i nostri occhi tutte le sue fasi, ed in tal periodo non c’è un sol momento nel quale essa diminuisca d’interesse, ma si presenta invece sempre piena di nuove attrattive e ci dà sempre nuove emozioni, richiedendoci un lavoro sempre vario, intenso e delicato.
Dopo aver amorosamente affidato al terreno i nostri innesti-talea, accompagnati da tante speranze, ai primi tepori primaverili, i cavalloni che li racchiudono, incominciano a punteggiarsi :
sono i germoglietti delle marze, che desiderosi del bacio vivificatore del sole, faticosamente han vinto la resistenza del cumulo di terra che li ricopreva, ed usciti all’aria libera, la respirano intensamente, aprendo le loro foglioline tenere e giallastre, che si faranno, man mano, più belle e verdi, con l’allungarsi del germoglio; il vivaio poi, tutto verdeggia, bramoso delle più assidue ed affettuose cure del vivaista.
Una nube temporalesca che si affacci sull’orizzonte, gravemente ci impensierisce e ci pone in guardia;
essa se ne va, e noi proviamo la gioia, come per uno scampato pericolo;
se l’acquazzone invece scoscia impetuoso, scoperchiando gl’innesti da noi così gelosamente nascosti nel cumulo della terra, pieni di slancio corriamo ai ripari, ed in quell’ansia pregustiamo il piacere della vittoria che l’opera nostra riporterà sull’avversa natura.
Noi seguiamo, con occhio paterno, il graduale sviluppo dei getti erbacei e le loro superbe cacciate formano l’orgoglio nostro.
Una cura di più da noi prodigata al vivaio, ci vien compensata ad usura, dalla possibilità di constatare, quasi subito, il benefico effetto da essa determinato.
A poco a poco, il fogliame si colorisce di un verde vivissimo; i germogli si allungano ancora, si irrobustiscono, si intrecciano fra loro, mollemente curvandosi gli uni sugli altri; coprono il terreno dell’interfilare, sì da rendere il vivaio come un tappeto bellissimo, intensamente verde, composto da di freschi e ridenti pampini da cui, civettuole emergono, qua e là, le punte di qualche tralcio ribelle e superbo.
E’ quello il momento più bello, in cui si assapora il piacere del successo;
è questo il periodo delle osservazioni e dei confronti, delle critiche e delle compiacenze.
Per chi coltivi il vivaio con vera passione, non può mancare motivo di esserne sodisfatto, anche se le avversità della nauta ne ostacolarono la perfetta riuscita.
Sodisfazione e compenso vengono però, largite a piene mani dalla coltivazione nostra, solo a chi dedichi a lei, intelligenza, attività ed amore.
 

 Carlo F. Fabiani
da IL VIVAIO di viti americane innestate
Casa Editrice FRATELLI OTTAVI
Casalmonferrato 1914

 

 

 

 

 


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